Lo smaltimento dei pannelli solari e fotovoltaici: tra incentivi e soluzioni su misura

Il corretto smaltimento dei pannelli solari e fotovoltaici giunti al termine del loro ciclo di vita è una sfida decisamente ambiziosa, che può essere vinta solo dotandosi di macchinari per il riciclaggio realmente performanti, progettati in modo specifico per il trattamento di questo speciale tipo di rifiuti.

La quantità di pannelli fotovoltaici che dovrà essere smaltita nei prossimi decenni, a livello mondiale, arriverà a toccare gli 80 milioni di tonnellate entro il 2050, ma fortunatamente le tecnologie a nostra disposizione ci permettono oggi di recuperare fino al 98% dei materiali contenuti in ogni pannello solare esausto, trasformando questa enorme quantità di rifiuti in una risorsa preziosa pronta per essere avviata a nuovi utilizzi.

CAMEC, consapevole dell’importanza di questa sfida, ha sviluppato soluzioni su misura pensate proprio per rispondere alle esigenze delle aziende impegnate nello smaltimento dei pannelli fotovoltaici.

seconda foto da inserireCosa troverai in questa pagina:

  1. Lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici: qualche dato
  2. Le normative e gli incentivi per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici
  3. Il corretto trattamento dei pannelli solari giunti al termine della loro vita utile: le soluzioni CAMEC 

 

1. Lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici: qualche dato

I primi impianti fotovoltaici sono stati installati in Italia alla fine degli anni Settanta, in via sperimentale e utilizzando tecnologie e materiali decisamente meno performanti di quelli che abbiamo a disposizione oggi. Questi primi passi nel mondo della produzione di energia da fonti rinnovabili sono stati però fondamentali per avviare un processo che, nel tempo, ha portato al raggiungimento di risultati sempre più sorprendenti, anche grazie ai costanti miglioramenti tecnologici che ci permettono oggi di approfittare di impianti fotovoltaici capaci di generare – a parità di superficie – una quantità di energia tre volte maggiore rispetto a pochi anni fa

Anche grazie a questo costante miglioramento dell’efficienza dei pannelli solari, a partire dagli anni Novanta la diffusione degli impianti fotovoltaici in Italia ha conosciuto un costante aumento, e il trend non accenna a rallentare, sostenuto anche dalla sempre maggiore attenzione per le tematiche connesse con la sostenibilità degli edifici e l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili.

In questo scenario, diventa sempre più urgente identificare soluzioni efficienti e sostenibili per trattare in modo corretto i pannelli solari che giungono alla fine del loro ciclo vitale e che devono quindi essere sostituiti con nuovi pannelli di ultima generazione. In Italia la diffusione degli impianti fotovoltaici ha conosciuto un’impennata a partire dai primi anni Duemila, e se consideriamo che la vita utile di un impianto di questo tipo si aggira intorno ai venti/venticinque anni diventa chiaro che la corretta gestione dello smaltimento di questi particolari rifiuti è una questione di vitale importanza, che deve essere affrontata con soluzioni e tecnologie ad hoc. 

La quantità di pannelli fotovoltaici che dovrà essere smaltita nei prossimi anni è veramente significativa, e si prevede che toccherà il suo picco nel periodo 2027-2033, per poi arrestare la sua crescita assestandosi comunque su numeri molto alti. Si stima che entro il 2050 sarà necessario gestire, a livello mondiale, lo smaltimento e il riciclo di quasi 4 miliardi di pannelli solari, corrispondenti a un peso di circa 80 milioni di tonnellate. In Italia, Enel distribuzione stima che i pannelli solari da riciclare entro il 2050 saranno circa 2 milioni di tonnellate.

In questo scenario, è importante non dimenticare un dato fondamentale: i pannelli solari e fotovoltaici sono costituiti in massima parte da materiali che, se correttamente trattati, possono essere recuperati e riciclati con successo. I pannelli, infatti, sono realizzati principalmente in vetro e alluminio e contengono una significativa percentuale di materiali preziosi che, anche se presenti in quantità ridotte, hanno però un consistente valore economico. In più, i pannelli contengono anche limitate quantità di sostanze potenzialmente pericolose (piombo, cadmio, gallio…) che devono essere adeguatamente differenziate e trattate per essere messe in condizione di non provocare rischi per l’ambiente e per la salute umana.

Un pannello solare dismesso, dal peso approssimativo di circa 20 kg, può fornire alle aziende che si occupano del suo trattamento ben 14 kg di vetro e 3 kg di alluminio, oltre a significative quantità di rame, silicio e altri metalli preziosi che una volta separati possono essere adeguatamente valorizzati. Al termine del trattamento, è possibile recuperare e riciclare circa il 95-98% dei materiali che costituiscono ogni singolo pannello fotovoltaico, trasformando questo rifiuto in un’utilissima risorsa. 

 

2. Le normative e gli incentivi per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici

L’importanza del corretto smaltimento degli impianti fotovoltaici giunti al termine della loro vita utile è testimoniata dalla presenza di specifiche normative europee, recepite poi dalla legislazione italiana, che regolano le modalità di gestione di questo tipo di rifiuti.

I pannelli fotovoltaici, infatti, sono classificati come RAEE di tipo 4, e possono quindi essere smaltiti solo in appositi centri di trattamento dei rifiuti di apparecchi Elettrici ed Elettronici, come stabilito dal D. Lgs 49/2014, confermato poi dal DM 40/2023.

Lo smaltimento di questi pannelli non comporta alcun costo per il proprietario nel caso in cui gli impianti siano classificati come “impianti domestici” (capaci di generare una potenza compresa tra i 3 e i 10kW), mentre ricade sul proprietario nel caso in cui i pannelli costituiscano un impianto professionale (ovvero un impianto con potenza superiore ai 10 kW) e siano stati installati prima del 12 aprile 2014. In quest’ultimo caso, quindi, è il titolare dell’impianto a doversi fare carico delle spese di smaltimento, a meno che non scelga di sostituire il precedente impianto con pannelli di nuova generazione. Se l’impianto viene sostituito, infatti, si applica il principio del “ritiro uno contro uno”, che obbliga l’azienda fornitrice del nuovo impianto a farsi carico delle spese di ritiro e smaltimento dei pannelli precedentemente installati.

Il corretto smaltimento dei pannelli solari, poi, garantisce un ulteriore vantaggio agli utenti che hanno installato i loro impianti approfittando degli incentivi del “Conto Energia” (un sistema di incentivi gestito da GSE - Gestore dei Servizi Energetici che è rimasto operativo dal 2006 al 2013). Il Conto Energia prevede infatti che GSE trattenga una percentuale degli incentivi (pari a 10 € per ogni pannello installato) come garanzia in vista del futuro smaltimento dell’impianto; quando il proprietario fornisce a GSE la documentazione che attesta il corretto smaltimento dei pannelli, questa quota gli viene quindi restituita. Tale normativa si applica a qualsiasi tipo di impianto, professionale o domestico, indipendentemente dalla sua potenza.

 

3. Il corretto trattamento dei pannelli solari giunti al termine della loro vita utile: le soluzioni CAMEC

Secondo quanto previsto dal D. Lgs 49/2014 i pannelli solari smaltiti, una volta conferiti ai centri di raccolta RAEE, devono essere avviati a specifici impianti di trattamento, che si occupano di separare le loro componenti e di valorizzare al meglio tutti i materiali recuperabili, che come abbiamo visto costituiscono una percentuale che sfiora il 100% del peso totale di ogni pannello. 

In questo modo, oltre a tutelare l’ambiente e a prevenire lo spreco di risorse preziose, si genera un importante ritorno economico dovuto alla possibilità di recuperare materiali che possono essere efficacemente riciclati, come il vetro (che, lo ricordiamo, è riciclabile al 100% e all’infinito), l’alluminio o il rame.

Il processo di trattamento dei pannelli fotovoltaici prevede in primo luogo la separazione delle lastre di vetro che contengono le celle solari in silicio dalle loro cornici in alluminio. Questo passaggio può essere svolto manualmente o in modo automatizzato, e permette di recuperare facilmente l’alluminio presente nel pannello, che corrisponde a circa il 10% del suo peso totale. In seguito il pannello di vetro viene sottoposto a un processo di delaminazione che permette di separare la percentuale vetrosa senza danneggiare le componenti sottostanti. 

Una volta eliminati alluminio e vetro, le altre componenti del pannello vengono avviate alla triturazione, necessaria per ottenere materiale di pezzatura ridotta che può poi essere vagliato e separato per differenziare le singole componenti. La triturazione deve essere svolta con macchinari performanti e progettati su misura, come il trituratore monorotore GRR280 di CAMEC. In seguito la massa triturata può essere lavorata con un granulatore, come la Turbina TBR650 di CAMEC, che permette di trasformare in granuli i metalli non ferrosi in modo da agevolare il successivo processo di vagliatura.

Il materiale macinato viene poi sottoposto a varie fasi di selezione e vaglio, che permettono di distinguere precisamente le diverse frazioni di materiale presente e di separare i vari tipi di metallo. La separazione viene effettuata controllando la pezzatura del materiale presente e sfruttando tecnologie avanzate, come sistemi densimetrici e separatori vibranti a più livelli, per ottenere un recupero efficace dei materiali preziosi presenti nella massa triturata.

La scelta dei macchinari e dei sistemi di vagliatura più adatti per il trattamento dei pannelli solari richiede una precisa valutazione delle caratteristiche del singolo impianto di riciclaggio dei RAEE, delle quantità di materiali che devono essere trattati e delle performance attese in termini di qualità e velocità del processo di differenziazione. Per questo i tecnici CAMEC sono a disposizione dei clienti per progettare insieme a loro soluzioni su misura per il trattamento dei rifiuti tecnologici, di cui i pannelli solari fanno parte: il nostro approccio personalizzato ci permette di individuare le soluzioni migliori per ogni azienda, ottimizzando le attività di trattamento e permettendo di ridurre al minimo l’impatto ambientale dei processi di riciclo, massimizzando al tempo stesso la quantità di materiale correttamente differenziato e recuperato.


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